sabato 26 marzo 2016

Partigiana Gabriella della Brigata Cesare Battisti

Tina Anselmi



Nata il 25 marzo 1927
Auguri alla Partigiana Gabriella della Brigata Cesare Battisti, auguri alla "donna di Stato" Tina Anselmi, auguri alla Signora Tina!

Nata a Castelfranco Veneto (Treviso) il 25 marzo 1927, insegnante, sindacalista, esponente della DC, più volte ministro.
La notorietà di Tina Anselmi non deriva tanto dal contributo da lei personalmente dato alla Resistenza, quanto dall’attività politica da lei svolta nel dopoguerra. Eppure proprio la guerra partigiana ha determinato le sue scelte. Tina Anselmi, infatti, decise da che parte schierarsi quando, giovanissima, vide un gruppo di giovani partigiani portati al martirio dai fascisti che li impiccarono. Divenne così staffetta della brigata autonoma “Cesare Battisti” e del Comando regionale del Corpo volontari della libertà. Nel 1944 si iscrisse alla DC e - non si era ancora laureata in lettere all’Università Cattolica di Milano - partecipò attivamente alla vita del suo partito, non dimenticando mai le ragioni profonde della sua scelta antifascista. Tina Anselmi è stata via via dirigente sindacale dei tessili, incaricata dei giovani nella DC, vice presidente dell’Unione europea femminile. Parlamentare dalla V alla X legislatura eletta nella Circoscrizione Venezia-Treviso, ha fatto parte delle Commissioni Lavoro e previdenza sociale, Igiene e sanità, Affari sociali, occupandosi molto dei problemi della famiglia e della donna. Ha inoltre presieduto per due volte la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia P2. Tina Anselmi è stata tre volte sottosegretaria al Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, una volta ministra del Lavoro, due volte ministra della Sanità. Si deve a lei la legge sulle “pari opportunità” ed è stata tra gli autori della riforma che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale. Nel 2004 ha promosso la pubblicazione del libro intitolato Tra città di Dio e città dell’uomo. Donne cattoliche nella Resistenza veneta di cui ha scritto l’introduzione e un saggio.


Moie, venerdì 25 marzo 2016

venerdì 18 marzo 2016

I sindaci di Barcellona, Lesbo e Lampedusa si accordano per aiutare i rifugiati


"Coltivare la memoria e riscoprire il valore della Resistenza oggi 

per mantenere vivo il fiore della democrazia"




Di fronte all’immobilismo e alla mancanza di risposta degli stati europei rispetto alla crisi umanitaria dei rifugiati, il Comune di Barcellona ha stretto un accordo di collaborazione con Lesbo (Grecia) e Lampedusa (Italia), le due isole del Mediterraneo dove negli ultimi anni sono arrivati più profughi, offrendo loro tutto il suo appoggio. Ha inoltre destinato un contributo urgente e straordinario di 300.000 euro agli enti e alla ONG che stanno lavorando nel Mediterraneo per assistere i rifugiati.
Questi accordi, firmati il 16 marzo a Barcellona dal sindaco Ada Colau, dal sindaco di Lampedusa Giuseppina Nicolini e da quello di Lesbo Spyros Galinos, assicurano l’aiuto del Comune di Barcellona per tutti gli aspetti tecnici, logistici e di appoggio sociale e ambientale che queste città possono richiedere per gestire il  forte impatto sul territorio e la popolazione rappresentato dall’arrivo in massa di persone che cercano rifugio in Europa. Prossimamente i tecnici di questo piano visiteranno Melilla (città spagnola in Marocco, dove una barriera di filo spinato ostacola l’immigrazione, N.d.T.) per analizzare possibili azioni da intraprendere in questo ambito.
Ada Colau ha spiegato che questa iniziativa, inquadrata nel piano “Barcellona città rifugio”, nasce dalla necessità delle città di “proteggere i diritti umani. Ci sentiamo direttamente chiamati in causa davanti a un’Unione Europea che sta fallendo, come lo stato spagnolo, impedendo la ricollocazione dei rifugiati e non predisponendo un passaggio sicuro”. Colau ha anticipato che si lavorerà anche per organizzare ricollocazioni dirette tra città.
“Barcellona ha già fatto tutto quello che stava nelle sue mani: abbiamo chiesto allo Stato di agire. Abbiamo aumentato i fondi destinati agli enti che stanno lavorando con i rifugiati e raccolto tutta la solidarietà dei cittadini risvegliata da questa situazione. Adesso però bisogna fare qualcosa di più. Davanti alla lampante inerzia dell’Europa, è ora che le città facciano sentire la loro voce”. Colau ha ringraziato i due sindaci, che stanno gestendo la crisi dei rifugiati nei loro comuni. “Loro sì che ci rappresentano” ha dichiarato.
Il sindaco di Lampedusa, Giuseppina Nicolini, ha espresso la fiducia che l’accordo con Barcellona permetta di gettare le basi per un lavoro comune dei popoli del Mediterraneo coinvolti in questa crisi. “Dobbiamo creare una nuova visione del nostro Mediterraneo e cambiare l’immagine che l’Unione Europea vuole farci vedere, ossia il mare come frontiera.”
Il sindaco di Lesbo Spyiros Galinos ha sottolineato l’importanza di indicare “la vera radice del problema: le bombe che cadono sulla Siria. Le persone che sbarcano sulle nostre coste sono vittime”. Galinos ha rivendicato la necessità che l’Europa fermi il traffico di esseri umani e combatta la xenofobia crescente e ha ricordato che l’isola di Lesbo “non ha perso la sua bellezza, anzi. Continuiamo a conservare la nostra natura e la bellezza della solidarietà della nostra gente”.
Nel settembre scorso Barcellona ha lanciato il piano “Barcellona città rifugio”, davanti alla grave situazione causata dall’arrivo in massa in Europa di persone in fuga da paesi in guerra come la Siria, l’Afghanistan, l’Eritrea e l’Iraq. Molte arrivano via mare e questo sta provocando migliaia di morti nel Mediterraneo e creando una situazione di grave vulnerabilità per chi decide di dirigersi verso nord attraverso i paesi europei.
Nel febbraio di quest’anno il coordinatore del piano Ignasi Calbó e il direttore di Giustizia Globale del Comune di Barcelona David Listar hanno visitato Lesbo e Lampedusa per offrire l’aiuto della città catalana. Questo primo contatto ha portato alla firma dell’accordo attuale, che si andrà sviluppando nei prossimi mesi man mano che si definiranno le necessità dell’isola greca e di quella italiana.
Per quanto riguarda gli aiuti, la richiesta più urgente di Lesbo è una consulenza per smaltire i rifiuti: l’afflusso di masse di persone che arrivano in barca ha portato all’abbandono sulla costa di enormi quantità di materiale in gomma e giubbotti di salvataggio, provocando un forte impatto ambientale in un territorio che non è pronto ad affrontare e risolvere il problema. Si sono già tenute le prime riunioni e prossimamente gli esperti di ambiente del Comune di Barcellona inizieranno la loro attività di consulenza.
L’accordo comprende anche la possibilità di avviare programmi di promozione economica per aiutare i Comuni a generare occasioni di rilancio dell’economia interna, danneggiata dalla situazione e dall’abbandono da parte dell’Unione Europea.
Il Comune di Barcellona ha anche avviato colloqui per mettere in contatto questi due piccoli municipi europei con altri attori della città che hanno espresso la volontà di collaborare davanti alla crisi dei rifugiati, come il Futbol Club Barcelona, l’Area Metropolitana e la Deputazione (il Consiglio Provinciale, N.d.T.), un contatto che potrà contribuire ad ampliare la gamma di possibili aiuti.
Oltre ad impegnarsi a fornire questi aiuti tecnici, il Comune di Barcellona ha espresso la volontà di far sentire la sua voce alle istituzioni europee e internazionali di cui fa parte, o nelle occasioni in cui viene invitato, perché le richieste di Lesbo e Lampedusa siano ascoltate. Concretamente Barcellona è stata invitata a partecipare in aprile a un gruppo di lavoro della Commissione Europea su migranti e rifugiati insieme alle città di Atene, Helsinki, Amsterdam e Berlino.
Aiuto diretto per la crisi umanitaria in Europa
Oltre agli aiuti e alla collaborazione concordati con Lesbo e Lampedusa e davanti alla crisi umanitaria che si sta vivendo in questi giorni in Grecia per la chiusura della rotta balcanica, con migliaia di persone bloccate a Idomeni, alla frontiera con la Macedonia, il Comune di Barcellona ha deciso di aumentare con altri 200.000 euro il fondo di 100.000 euro destinato alle ONG che stanno assistendo i rifugiati all’interno dell’Unione Europea. Questi stanziamenti si aggiungono ai 390.000 euro già destinati a vari progetti di assistenza ai rifugiati all’origine o in viaggio.
Con questa decisione si punta a rafforzare la capacità di azione umanitaria degli enti che lavorano nel contesto della crisi dei rifugiati nel Mediterraneo, per migliorare le condizioni di vita dei richiedenti asilo in transito verso l’Europa. Gli interventi nel territorio dell’UE dovranno puntare a soddisfare le necessità di cibo e riparo delle persone in transito.
Il Comune inizierà anche a definire una possibile collaborazione con l’aiuto diretto dei cittadini e del volontariato, per canalizzare gli aiuti umanitari per le persone in transito attraverso le realtà che agiscono sul campo e in base alle necessità da esse rilevate.
Il Comune ha aumentato anche i fondi per la prima accoglienza dei rifugiati presenti in città, gestiti da un servizio che si occupa di alloggi, assistenza legale, lavoro sociale e sostegno psicologico e offre un servizio di traduttori e interpreti.
Attraverso gli enti che lavorano con l’accoglienza dei rifugiati, il Comune di Barcellona ha infine raddoppiato i posti per ospitarli in città e ha messo in moto un programma di assistenza per chi è rimasto escluso dagli aiuti statali, finanziandolo con 300.000 euro.
Ufficio stampa del Comune di Barcellona



 Moie, venerdì 18 marzo 2016





lunedì 14 marzo 2016

Verbale assemblea iscritti e simpatizzanti ANPI Mediavallesina di lunenedì 21 febbraio 2016

"Coltivare la memoria e riscoprire il valore della Resistenza oggi 

per mantenere vivo il fiore della democrazia"


Il giorno lunedì 21 febbraio 2016, presso la sede provvisoria della Proloco di Moie, in Via Carducci, alle ore 21:00, si è svolta l'assemblea degli iscritti e simpatizzanti ANPI Mediavallesina per discutere il seguente ordine del giorno:

1.            RELAZIONE DEL PRESIDENTE SUL CONGRESSO DI SEZIONE
2.            ELEZIONE COMITATO DIRETTIVO
3.            INIZIATIVA PER LA GIORNATA CONTRO IL RAZZISMO
4.            ORGANIZZAZIONE 25 APRILE CON ANPI JESI
5.            VARIE ED EVENTUALI

Presenti alla riunione: Patrizia Renzi, Valentina Baiocco, Cuicchi Tiziana, Anahita Dowlatabadi Hoseinpur, Francesca Brancatelli,  Mauro Cellottini
Alla riunione partecipano anche i signori Cuicchi Araldo, Bellini Dino e  Riccardo Maderloni dell' Anpi di Serra San Quirico.
Ad una parte della riunione intervengono due rappresentanti della Prolo Loco di Moie per accordi sulla giornata del 25 aprile.



1. La presidente Patrizia Renzi illustra con una breve relazione il Congresso di sezione svoltosi il giorno 7 febbraio 2016 presso il Palazzo dei congressi di Iesi, insieme alla sezione Anpi di Iesi. Sottolinea come si sia rivelata assai positiva l'esperienza che ha permesso di condividere con un'Anpi storica come quella di Iesi un evento cui hanno partecipato rappresentanti di diverse associazioni del territorio, i quali hanno preso la parola dopo gli interventi del Presidente della sezione di Iesi, Daniele Fancello e della presidente della sezione di Moie Mediavallesina, Patrizia Renzi.


Dal documento politico che è stato redatto redatto emerge quanto segue:
  la necessità di una formazione dei  dirigenti Anpi
  la proposta  che le sezioni Anpi di Iesi, Moie e Serra San Quirico si facciano promotrici di un comitato per il no alla riforma costituzionale
  l'opportunità di sollecitare le istituzioni al rispetto della legge Scelba, sul reato di apologia del fascismo e della legge Mancino contro razzismo e xenofobia, contro l'imperversare di movimenti che si rifanno all'ideologia fascista.



Il Il signor Maderloni prende la parola, concordando pienamente sui tre punti sopra esposti. Sottolinea che attualmente la funzione dell'Anpi è non solo quella di ricordare i partigiani, ma anche di formare le coscienze, attivandosi sui temi e sui problemi attuali, della violenza di genere, di quanto accade in Siria,  in Egitto e in altre parti del mondo, richiamandosi alle leggi ma soprattutto facendo opera di educazione.

2.  Si procede quindi all'elezione del Comitato direttivo di sezione e le relative cariche:
    Presidente: Renzi Patrizia.
    Vicepresidente: Cuicchi Tiziana
    Segretario: Baiocco Valentina
    Tesoriere: Brancatelli Francesca
    Grafica e addette stampa: Grazi Grazia e Dowlatabadi Hoseinpur  Anahita



Vengono individuate come rappresentanti della sezione Moie Mediavallesina al Congresso provinciale il 28 febbraio 2016 Patrizia  Renzi, Tiziana Cuicchi e Valentina Baiocco.


   3.    In occasione della settimana (dal 14 al 22 marzo) contro la discriminazione razziale, l'Anpi di Moie Mediavallesina in collaborazione con l'Assessorato alle Politiche Sociali, alla Casa delle culture e alla Biblioteca La Fornace, organizzerà il giorno 23 marzo, alle ore 21:00, presso la locale biblioteca, un evento dal titolo "Spegni il pregiudizio, accendi la mente" con poesie, danze, racconti, musiche "senza confini",  sul tema del razzismo, della discriminazione, delle diversità come fonte di ricchezza. Patrizia e Valentina si occuperanno della selezione di brani e poesie.

4. Si prendono quindi accordi  con i rappresentanti della Pro Loco, invitati per organizzare la giornata del 25 aprile. Il progetto dell'Anpi di Iesi, al quale ci uniremo, "La memoria va in bici",  prevede la partecipazione di tutte le classi terze della Scuola Secondaria di primo grado di Iesi, lungo un percorso ciclistico che toccherà i luoghi testimoni di episodi della resistenza iesina, quindi lungo la ciclabile fino a Moie, dove saranno ricordati i due partigiani Augusto Chiorri e Libero Leonardi. La nostra associazione e la Pro Loco collaboreranno organizzando anche il pranzo e mettendo in atto iniziative per il pomeriggio.
L'arrivo da Iesi  è previsto per le ore 12,45, al monumento ai caduti dove è accaduto l'eccedio, in piazzetta S. Maria, dove parteciperanno con una performance gli alunni delle terze medie delle scuole di Moie. Seguirà il pranzo in piazza Kennedy. Saranno prese in considerazione, in base al costo, diverse soluzioni (panini, pastasciutta...), anche in base al numero dei partecipanti, visto che la piazza non è in grado di contenere più di 250/300 posti circa. Sarà pertanto necessario richiedere le adesioni  per definire partecipanti. Si contatteranno gruppi musicali per allietare il pomeriggio (Coro 24 marzo di Matelica, la Gang...).  L'Amministrazione comunale offrirà l'utilizzo della piazza e il patrocinio dell'evento. Anche l'Anpi di Serra San Quirico e l'Anpi di Cupramontana offrono la disponibilità a collaborare agli eventi futuri (uscite sul territorio nei luoghi della memoria, i sentieri dei partigiani...)



5.   In occasione della ricorrenza dei 70 anni del voto alle donne, per la festa delle donne, 8 marzo, sarà predisposto un volantino e relativo comunicato stampa preparato dall'Anpi Mediavallesina, da diffondere sul territorio e su Internet

 Alle ore 23:00 l'assemblea si conclude.


Moie, Lunedì 14 marzo 2016


Mirafiori: 70 anni fa rivolta operaia Lo sciopero che portò alla Resistenza

"Coltivare la memoria e riscoprire il valore della Resistenza oggi 

per mantenere vivo il fiore della democrazia"



La protesta in una città piegata dai bombardamenti e dalla fame: 164 operai furono arrestati

Sono state le fabbriche torinesi il cuore degli scioperi del marzo del 1943 nei quali si sono intrecciate rivendicazioni economiche e opposizione al regime diventando di fatto la prima mobilitazione di massa e l’avvio della Resistenza.

Settant’anni fa a Torino - in una città la cui classe operaia mai è stata fascista, piegata dai bombardamenti, dalla fame, dalla paura - si verificò «il primo atto di resistenza di massa di un popolo assoggettato a un regime fascista autoctono» come lo storico inglese Tim Mason ha definito gli scioperi del marzo del ’43. 

Identità collettiva
Nell’immediato dopoguerra quel moto diventerà mito e monumento. Ma sicuramente - come ha analizzato Claudio Pavone - «sotto un regime interno che aveva nella sua storia e nella sua ispirazione più profonda il divieto dello sciopero gli scioperi esaltano il carattere di affermazione della identità collettiva, di strumento di liberazione, di scoperta dell’azione diretta».
La storia del loro svolgimento è stata narrata all’infinito da testimoni diretti come Umberto Massola - che di quei giorni diverrà l’esegeta anche con il suo libro «Marzo’43, ore 10» - Leo Lanfranco, Vito Damico e tanti altri ed è tuttora ammantata da un velo di leggenda. Lo sciopero viene fissato per venerdì 5 marzo 1943: la sospensione del lavoro deve avvenire alle 10, al suono, come ogni giorno, della sirena d’allarme.  

La sirena non suona
Ma nel cuore industriale della città, a Mirafiori, la sirena non suona perchè la direzione è stata preavvertita. Ma il contrattempo non ferma la lotta. All’officina 19 la fermata parte comunque pochi minuti dopo. Nel settore aeronautico della Fiat Augusto Bazzani racconta: «Il segnale non è azionato, ma gli operai smettono di lavorare e vanno verso l’uscita. Il caporeparto li richiama, non è degnato neppure di uno sguardo». 
E alla Fispa Carlo Peletto narra: «Noi abbiamo scioperare l’8 marzo. Non avevamo la sirena; si decise che il segnale lo avrei dato io fermando il mio tornio e girandomi verso i compagni di lavoro.  Fermai le macchine, mi girai e incrociai in un sol colpo gli occhi di tutti che mi puntavano: dopo pochi secondi tutte le macchine erano ferme». 



Un evento simbolico
In realtà - come ricordano molti storici - la grande capacità dell’organizzazione comunista fu quella di veicolare in città la notizia della riuscita della manifestazione di Mirafiori, simbolo della resistenza operaia, tanto che il lunedì successivo, 8 marzo, lo sciopero riprese e si diffuse in gran parte delle fabbriche torinesi. E poi come per osmosi raggiunse il resto del Piemonte e arrivò a Milano.  
Come ricorda Roberto Finzi nel suo libro «Marzo 1943 - Un seme della Repubblica fondata sul lavoro» (Clueb, Bologna) quell’anno è un anno si svolta: il 2 febbraio i sovietici vincono a Stalingrado, il 9 febbraio gli americani a Guadalcanal. Le sorti della guerra «si invertono in Europa come in Oriente».

La caduta del fascismo
E per l’Italia sarà l’anno della caduta del fascismo, dell’invasione nazista, della repubblica di Salò. E della nascita della Resistenza di cui sicuramente gli scioperi del marzo - che dureranno fino a metà mese e coinvolgeranno secondo una ovvia stima per difetto del regime 40 mila operai - sono l’inizio. Gli operai chiedono una indennità di carovita e il pagamento a tutti delle 192 ore di sfollamento. Rivendicazioni economiche che si intrecciano ormai alla ripulsa della guerra e del fascismo. Un intreccio di spontaneità e di organizzazione comunista come analizzato da Claudio Dellavalle. Scioperi che vengono pagati com 164 arresti e 37 deferiti al tribunale speciale. Ma il fascismo ha ormai imboccato la sua lunga agonia.




 Moie, Lunedi 14 marzo 2016

venerdì 11 marzo 2016

Albe Steiner partigiano


"Coltivare la memoria e riscoprire il valore della Resistenza oggi 

per mantenere vivo il fiore della democrazia"

Albe Steiner


Albe Steiner (Milano 1913-1974), vive un’infanzia e una giovinezza segnate dalla violenza nazifascista.

A undici anni quando viene assassinato lo zio, Giacomo Matteotti. Alla morte del padre, interrompe gli studi dopo il diploma di ragioneria per dedicarsi a una professione, quella di grafico, che in Italia era appena agli inizi.
Risale agli anni trenta, in un clima culturale chiuso e ostile agli sviluppi delle nuove esperienze artistiche europee, la sua conoscenza del costruttivismo sovietico (El Lisitzkij) e del Bauhaus, degli astrattisti italiani (Soldati, Licini, Radice, Fontana, Melotti, Veronesi) e dei più qualificati grafici italiani e stranieri (Munari, Nizzoli, Schavinsky, Huber).

Nel 1938 sposa Licia, che sarà la sua inseparabile compagna di vita e di lavoro. Con lei apre a Milano lo studio LAS (Licia Albe Steiner).

Licia e Albe Steiner

Accanto ai primi lavori nel settore del design, si collocano le sue ricerche fotografiche e pittoriche. 
Collabora con lo “studio Boggeri” e partecipa alla prima mostra grafica alla VII triennale (1940). Si avvicina al partito comunista e, con la moglie Licia, l’amico Salvatore Di Benedetto e Elio Vittorini, svolge attività clandestina di informazione e propaganda.



Nei primi anni di guerra prosegue la sua affermata attività professionale, legandosi al mondo dell’avanguardia culturale antifascista milanese, sempre in contatto con le esperienze del movimento moderno (gli architetti Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers, Pagano, Giolli, Albini, De Carlo, i pittori e grafici Mucchi, Veronesi, Max Huber, Treccani, Birolli, Guttuso, Sassu ecc.).

Dopo l’8 settembre 1943, i fascisti uccidono il padre (ebreo bulgaro di origine spagnola) e altri familiari della moglie Lica riparati in Italia per sfuggire alla deportazione. 
Albe Steiner partecipa alla Resistenza prima organizzando recuperi e trasporti di armi, poi nelle file del battaglione Valdossola. 
Perde il fratello Mino, anch’egli militante della Resistenza, deportato a Mauthausen e al campo di lavoro di Ebensee , dove morirà nel marzo del ’45.

Dopo la Liberazione, cura l’impostazione grafica del “Politecnico” di Vittorini : “Parte integrante del discorso del ‘Politecnico’ era la grafica che, dovuta ad Albe Steiner, mirava a proporre in modo nuovo e originale il rapporto fra testi e immagine.
L’alternanza dei ‘rossi’ e dei ‘neri’, il richiamo a certe soluzioni delle avanguardie russe post-rivoluzionarie, l’uso di fotografie per raccontare delle storie, l’apertura ai fumetti, si basavano su una feconda intuizione delle possibilità di impiego offerte dai materiali figurativi. Vittorini assecondò la sensibilità di Steiner con il talento del giornalista che era in lui... Di fatto, la grafica del ‘Politecnico’ fece scuola, e non vi fu giornale progressista apparso sulla sua scia che non si misurasse con quella impostazione” (Notizia su ‘Il Politecnico’, scheda editoriale allegata alla ristampa, Einaudi, Torino 1975).

Realizza inoltre per Einaudi la collana “Politecnico biblioteca”, diretta da Vittorini, che pubblica fra il 1946 e il 1949 undici titoli, da Dieci giorni che sconvolsero il mondo di John Reed a Ragazzo negro di Richard Wright.

Si reca con la famiglia in Messico dove collabora (con Hannes Meyer , ex direttore del Bauhaus) alla campagna nazionale per la costruzione di scuole e al Taller de grafica popular, officina culturale creata da un gruppo di pittori (Leopoldo Mendez, Diego Rivera, Alfaro Siqueiros) per la creazione di opere grafiche ispirate alla vita politica e sociale del paese e destinate all’informazione e all’educazione del popolo ; è anche addetto culturale della nostra ambasciata.
Di nuovo a Milano nel 1948, riprende la libera professione affiancata dall’insegnamento alla Scuola Rinascita e dall’impegno politico-sociale. Quest’ultimo si è tradotto da una parte nella realizzazione di manifesti e opuscoli, nell’allestimento di mostre, stand e festival, nell’impostazione grafica di gran parte della stampa della sinistra italiana (l’Unità, Il Contemporaneo, Vie Nuove, Rinascita, Movimento operaio, Rivista storica del socialismo, Studi storici, Tempi moderni, Problemi del socialismo, L'Erba voglio, Mondo Operaio, Italia contemporanea) ; dall’ altra nella promozione di incontri, dibattiti e strutture organizzative per un riconoscimento della grafica e del design sul piano tecnico, professionale e politico - sindacale.

E’ presente con ricerche e proposte progettuali della comunicazione visiva in tutti i più vivaci settori industriali, pubblicistici e d’informazione dell’Italia del dopoguerra, e anche per questa via ha avuto parte decisiva nell’aprire il nostro paese a una moderna “cultura visiva”. 
In particolare, suo importante contributo a tali sviluppi sono le mostre a tema, formula inventata da Steiner per permettere la facile circolazione di idee politiche e culturali con una minima spesa .
Costante è la sua partecipazione alle iniziative dell’Aned, dalle mostre della deportazione alla realizzazione del museo-monumento per gli ex-deportati (Carpi,1964-73) .
Collabora con enti e istituzioni culturali come la Rai, il Piccolo Teatro, la Triennale di Milano, il Teatro popolare italiano, Italia ’61, la Biennale di Venezia . Impagina riviste tecniche e di settore, tra cui Edilizia moderna, Studi teatrali, Stile Industria, Domus, Cinema nuovo, Architettura, Interiors (USA).

Il suo maggior interesse è però rivolto all’editoria libraria, con una chiara visione del posto che doveva occupare il grafico nel processo di produzione del libro : un crocevia di operazioni e di esigenze diverse, tra gli autori, gli illustratori, i direttori editoriali e i redattori a monte, gli uffici di produzione, i tipografi, gli zincografi e i legatori a valle.
Con il compito di dare a tante voci una forma unitaria, ma anche di far sentire tra quelle la propria voce, convergente con le altre allo scopo comune, e insieme espressione di un contributo autonomo cui doveva essere riconosciuta la dignità, almeno, di un alto artigianato ( in Albe Steiner. Comunicazione visiva, Firenze, Alinari 1977).


Steiner muove da un’attenta analisi del rapporto fra contenuto, destinazione e forma legge tutti i libri che cura, fissa le norme da osservare nell’esecuzione pratica e usa le competenze tecniche e gli strumenti grafici di cui dispone, applicando i criteri a lui abituali della chiarezza e della semplicità, per raggiungere quell’equilibrio della composizione che facilita la lettura e quindi la comprensione del messaggio scritto.
Le innovazioni introdotte da Steiner non comportavano mai un maggior lavoro per redattori o tipografi, ma sempre qualche semplificazione o l’eliminazione di operazioni superflue. Mirando a una maggiore chiarezza del messaggio visivo otteneva nello stesso tempo una riduzione di costi e una pagina...che risultava più bella (D.Insolera, cit.).
Per Einaudi cura, oltre a ‘Politecnico biblioteca’, le collane ‘I gettoni’ -diretta da Vittorini- e ‘Collezione di teatro’ ; progetta e realizza singoli volumi o collane per La Nuova Italia, Editori Riuniti, Edizioni del Gallo, Sugar, Bompiani, Compagnia Edizioni Internazionali, Vangelista.
Le collaborazioni più importanti sono quelle prestate a Feltrinelli e Zanichelli. Consulente editoriale e art director presso Feltrinelli dal 1955 (anno della fondazione) al 1965, cura l’impostazione grafica delle varie collane compresa l’”Universale Economica”, giudicata per la novità dell’impaginazione della copertina, l’utilizzazione della fotografia alternata con la semplice scritta, la disposizione eterodossa dei titoli...una delle pietre miliari nella storia dell’editoria nostrana (G.Dorfles in Albe Steiner. Comunicazione visiva, cit.). Per Zanichelli, dal 1960 al 1974, rinnova le edizioni scolastiche, soprattutto i volumi a carattere scientifico , riconfermando anche per questa via la passione pedagogica e il profondo interesse sempre rivolto al mondo della scuola.



Fino al 1958 insegna infatti al Collegio Rinascita, dal 1959 alla morte è direttore e insegnante di progettazione grafica della scuola del libro della Società Umanitaria: in questo ruolo promuove nei primi anni settanta quel progetto di un istituto superiore statale per le comunicazioni visive, che si concretizzerà con la nascita dell’ITSOS, ospitato negli edifici dell’Umanitaria di via Pace. Inoltre tiene corsi presso le università di Venezia e Torino, e istituti superiori di Parma, Roma, Firenze e Urbino.

Muore improvvisamente presso Agrigento, il 17 agosto 1974.
Sulla sua tomba a Mergozzo un blocco di granito reca la scritta : “Albe Steiner partigiano”.


























 Moie, venerdì 11 marzo 2016