venerdì 15 aprile 2016

La resistenza raccontata ai bambini


Con Fulmine, cagnolino partigiano in cerca del padrone.

Non è facile raccontare la Resistenza ai bambini. Ci riesce la scrittrice e insegnante Anna Sarfatti, che con il fratello Michele, ha scritto il libro “Fulmine, un cane coraggioso”, illustrato da Giulia Orecchia e pubblicato da Mondadori.

É una storia ambientata durante la Resistenza e sui partigiani che hanno combattuto contro il nazi-fascismo vista - e raccontata – attraverso gli occhi di Fulmine, un cagnolino partigiano.
Il volume vuole far conoscere ai bambini questo importante capitolo della storia del nostro Paese che rischia di essere dimenticato. Momento che in Italia ha permesso la nascita della democrazia e della Costituzione.

Il valore del libro è stato riconosciuto anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che attraverso una lettera scritta agli autori, oltre che far loro i complimenti, dice: «Solo la conoscenza della nostra storia farà di loro (i bambini) dei buoni cittadini dell'Italia unita».

Di primaria importanza la collaborazione con Michele Sarfatti, storico: «Mi ha dato i binari – racconta l'autrice – che sono diventati il punto di riferimento sui quali costruire la storia di Fulmine: un ponte saltato, un corpo non sepolto, Radio Londra e altri. Seguendo le vicende di Fulmine, fantastiche ma storicamente realistiche che si concludono con la festa del 25 aprile 1945, i bambini possono farsi una prima idea di cosa fu la Resistenza, delle sue ragioni e della sua importanza».

Aldo e Nico sono i padroni di Fulmine. Sono andai in montagna per raggiungere i partigiani e il cagnolino va alla loro ricerca. Percorre le tappe della vita dei ribelli, supera pericoli, incontra staffette e traditori. Una storia piena di suspence e di azione che si presta benissimo a diventare un cartone animato. Il libro contiene anche documenti, fotografie e un inquadramento storico della Resistenza per gli insegnanti.

Il volume - già presentato in varie città - il 5 marzo, parteciperà al ciclo di “Letture&scritture di scuola”, incontri pomeridiani di presentazione e discussione di libri per la scuola (programma tra gli allegati). L'iniziativa, promossa dalla sezione provinciale  dell'Anpi (Associazione nazionale partigiani d'Italia) e dall'associazione “Proteo fare sapere”, si tiene a Firenze alle 16.45 nel salone Camera del lavoro regionale in Via Pier capponi, 7.


Anna Sarfatti ha pubblicato una ventina di libri per bambini. Tra questi: "La Costituzione raccontata ai bambini", e con l'ex magistrato Gherardo Colombo, "Sei stato tu? La Costituzione attraverso le domande dei bambini" e "Educare alla legalità". 


Maiolati Spontini, venerdì 15 aprile 2016

mercoledì 13 aprile 2016

25 aprile...


Che cos’è il 25 aprile? Perché gli autobus hanno le bandierine dell’Italia sul “muso” e non si va a scuola? Perché si canta Bella ciao? Per rispondere a queste e altre domande, esce I miei primi 25 aprile, il nuovo progetto della piccola casa editrice bolognese L’Io e il Mondo di TJ.
Con entusiasmo tre grandi personalità hanno accolto l’invito a raccontare ai bambini la Resistenza, la Liberazione, i Partigiani: sono il regista Bernardo Bertolucci e i partigiani Ibes Pioli “Rina” e Renato Romagnoli “Italiano”.
Attraverso i loro ricordi I miei primi 25 aprile  vuole spiegare ai giovanissimi una storia che è ormai uscita dalle narrazioni familiari con la scomparsa della generazione che l’ha vissuta. Proprio per questo L’Io e il Mondo di TJ ha ritenuto indispensabile ripartire da qui: dai bambini che oggi hanno 6-10 anni e sono probabilmente la prima generazione i cui nonni e nonne non hanno vissuto gli anni del fascismo e della guerra.
Per evitare un’esposizione astratta e di difficile comprensione Bernardo Bertolucci, “Rina” e “Italiano” hanno trovato le “chiavi” giuste per raccontare ai più piccoli questo fondamentale momento di storia italiana, i suoi protagonisti, ma soprattutto il suo significato, proprio ora che è più forte il rischio di perdere il contatto con ciò che è stato e il suo valore. Anche assumendosi la responsabilità e il rischio di fare qualche astrazione e attualizzazione.
E se per Rina e L’Italiano si è trattato di riportare a galla episodi di vita vissuta, Bernardo Bertolucci ha usato pennellate emotive e romantiche per colorare ricordi personali, a cominciare Novecento.
Un aiuto prezioso, infine, è arrivano da Claudio Silingardi direttore dell’ Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia (Insmli), che ha fornito la consulenza storica. A cosa resiste un bambino? Per cosa parteggia una bambina? Cosa significa per loro essere liberi? Partendo da queste domande I miei primi 25 aprile  prova a far capire ai piccoli come nasce e cos’è la Resistenza. A cosa si “resisteva” allora e perché. Quale la libertà che i ragazzi di allora volevano e per cui hanno combattuto. Quali le libertà dei bambini di oggi, che forse hanno, e forse no. O forse neppure sanno di avere o di non avere.
Nella settimana precedente il 25 aprile, il piccolo volume verrà distribuito gratuitamente alle famiglie con bambini alle casse di tutti gli oltre 400 punti vendita di Coop Alleanza 3.0.-
Il libro è inoltre acquistabile sul sito della casa editrice www.tjidee.it e nelle librerie online, o si può ordinare in tutte le migliori librerie.


 Maiolati Spontini, mercoledì 13 aprile 2016

sabato 2 aprile 2016

Comitato per il SI' Referendum 17 aprile 2016


La Corte Costituzionale ha accettato il quesito referendario relativo alla durata delle attività petrolifere nelle acque territoriali.

“Stop alle trivelle”
Nasce nella Mediavallesina il Comitato per il
SI’

Ieri sera a seguito di un’assemblea partecipata, che si è tenuta presso la sede dell’Avis di Moie, si è costituito il Comitato del SI' della Vallesina composto dai tre partiti promotori (PCdI, RC, SEL) da Legambiente e da ANPI Mediavallesina sez. di Moie e da altri cittadini.



Durante l’assemblea sono stati sintetizzati i principali motivi a sostegno del SI’: intanto le fonti fossili rappresentano il passato, è tempo che il governo investa su un modello energetico pulito, rinnovabile e democratico, l’estrazione di idrocarburi è un’attività inquinante che mette a rischio la fauna marina e la bellezza del nostro paesaggio, senza fornire nessun beneficio durevole per il nostro Paese, infatti le riserve di petrolio e di gas sul nostro territorio sono molto ridotte, la particolare conformazione del mar Mediterraneo non permetterebbe di smaltire in alcun modo eventuali sversamenti di idrocarburi provocati da incidenti, infine trivellare il nostro paese è un affare solo per i petrolieri, le ricchezze degli italiani sono il turismo, la pesca, l’agricoltura biologica, la produzione di alimenti di qualità, tutte cose che sarebbero messe in serio pericolo dalle trivellazioni.


Tutti i presenti sono stati concordi nel ritenere che la prima battaglia da vincere è quella dell’astensionismo, infatti nonostante numerose forze politiche, associazioni, movimenti e ben nove Regioni tra cui la nostra abbiano già lanciato l’appello per fermare le trivelle, la campagna referendaria sembra sottotraccia. 



Dobbiamo convincere le cittadine e i cittadini, non solo della bontà delle nostre ragioni, ma anche della necessità di partecipare, esercitando così un potere attribuito al popolo proprio dalla nostra Costituzione.


Il Comitato sarà presente con volantini informativi il 5 ed il 12 Aprile presso il mercato settimanale di Moie ed invita tutti i cittadini il 15 Aprile presso la Sala Università della Fondazione Colocci per il convegno di chiusura della campagna referendaria.



Maiolati Spontini, venerdì 1 aprile 2016

La segreteria Comitato del  SI’ Mediavallesina

Resistenza culturale con Vinicio Capossela!

Vinicio Capossela


“La musica può essere un’occasione di resistenza culturale”. Così ha detto Vinicio Capossela commentando per HuffingtonPost l’iniziativa dello Sponz Fest , il festival culturale da lui ideato e diretto in Irpinia per HuffingtonPost.

Quasi come un sottotitolo alla manifestazione, che si chiude oggi 31 agosto, una frase che ne accompagna il titolo e racchiude anche il vernacolo campano, anche se espressa in italiano: “Mi sono sognato il treno”.



Lo spunto dal quale è partita l’idea di Capossela è stata proprio la carenza di una linea ferroviaria, che una volta invece alimentava la vita di quei luoghi, quando la linea Avellino-Rocchetta collegava quei paesi con Milano, Torino e addirittura con la Germania. È l’iniziativa del cantautore racchiude la possibilità di accendere i riflettori su quello che lui definisce “la coltivazione del vuoto”. Il vuoto è una caratteristica naturale di quei posti, chiamati anche “le terre dell’osso”, isolati per una conformazione orografica naturale. I piccoli centri di Calitri, Aquilonia, Andretta, Cairano, Conza Della Campania, Lioni, Monteverde, Morra de Sanctis e Teor, paesi che hanno ospitato il festival, si stagliano in mezzo a montagne separate da valli e dirupi scoscesi, quasi polis dell’antica Grecia, in mezzo ad una natura ancora incontaminata. Un tempo erano collegati da una ferrovia, che anche dal punto di vista ingegneristico era un trionfo delle abilità umane. Vi sono alcuni ponti realizzati solo con bulloni, esattamente come la torre Eiffel. Un sacrificio e un investimento di energie che va comunque coltivato per evitare di farli sprofondare nell’isolamento.
La cultura musicale, può tanto da questo punto di vista. Certo non Verdi o Bach, ma proprio la musica popolare delle radici. La musica che essendo come un linguaggio è l’unica cosa che mantiene vivo il territorio e la propria cultura. Se non muore la musica non muore la cultura e non muore il posto. Anche per questo Vinicio Capossela e la Banda della Posta si sono esibiti come l’anno scorso a Calitri per lo Sponz Fest, in un concerto gratuito. Quest’anno sono state aggiunte alle celebri canzoni del direttore artistico della manifestazione, e alle polke, alle quadriglie e alle mazurke della banda del gruppo postale, anche un repertorio che attinge alle musiche folk, al canto sociale e di lavoro, al canto anarchico e alle canzoni di guerra, nel centenario del conflitto mondiale, senza dimenticare i cantanti dell’emigrazione ferroviaria degli anni ’60.
È sempre stata parte della giornata della vita dei contadini, sia nei momenti di lavoro, che nei momenti di riposo e di ricreazione. E non solo in mezzo ai lupi delle montagne dell’Irpinia, dove comunque per secoli ha costituito uno dei pochi mezzi di trasmissione di codici culturali, ma ha seguito passo passo l’evoluzione dell’uomo accompagnando tutti i momenti che hanno segnato dei momenti di svolta e di crescita. In fondo anche la cosiddetta musica colta, la musica classica, ha visto la sua nascita, intesa come conquista di una autonomia, dalla rivoluzione francese. Il nome della manifestazione viene da un termine dialettale “sponzare”, che significa inzuppare, da spugna, che viene ancora oggi usato in riferimento all’ammollamento dello stoccafisso nell’acqua.
Il riferimento nell’ ambito musicale è tutto riferito a quell’ imbeversi di musica, di storie, di racconti, di emozioni e chiaramente di cultura. Tutto legato ad un’immagine che è proprio la sintesi del viaggio emotivo: il treno.

Una programmazione anche ricca di scambi culturali intorno alla magia della parola, parole come treno, migrazione e immigrazione, viaggio attesa e paesaggio, che in sé portano il principio della narrazione. Un lungo confronto sociale portato avanti da grandi nomi della nostra cultura, con sullo sfondo la musica garbata, ironica e affatto leggera di Capossela, un insolito poeta dei nostri giorni.

Moie, sabato 2 aprile 2016