"Coltivare la memoria e riscoprire il valore della Resistenza oggi
per mantenere vivo il fiore della democrazia"
Marisa Ombra
Staffetta Partigiana
Nata ad Asti il 30 aprile 1925, vice
Presidente nazionale dell'ANPI.
Di famiglia operaia antifascista, inizia l’attività clandestina collaborando alla preparazione degli scioperi del marzo ’43. Dopo l’8 settembre, diventa staffetta nelle Brigate partigiane garibaldine e allo stesso tempo partecipa alla costruzione dei Gruppi di Difesa della donna. Dopo la Liberazione, sceglie di dedicare la sua vita alle lotte per l’emancipazione e la liberazione della donna, operando in particolare nell’Udi, presiedendo la Cooperativa Libera Stampa editrice della pubblicazione “Noi donne”, lavorando alla costruzione dell’Archivio nazionale dell’ Udi e alla Associazione nazionale Archivi Udi.
Nel 1987 ha pubblicato, con Tilde Capomazza, “8 marzo, Storie, miti, riti della Giornata Internazionale della Donna”. Nel 2009 pubblica il testo autobiografico “La bella politica” e nel 2011 “Libere sempre” .Insignita nel 2006 del titolo Grande Ufficiale della Repubblica.
Di famiglia operaia antifascista, inizia l’attività clandestina collaborando alla preparazione degli scioperi del marzo ’43. Dopo l’8 settembre, diventa staffetta nelle Brigate partigiane garibaldine e allo stesso tempo partecipa alla costruzione dei Gruppi di Difesa della donna. Dopo la Liberazione, sceglie di dedicare la sua vita alle lotte per l’emancipazione e la liberazione della donna, operando in particolare nell’Udi, presiedendo la Cooperativa Libera Stampa editrice della pubblicazione “Noi donne”, lavorando alla costruzione dell’Archivio nazionale dell’ Udi e alla Associazione nazionale Archivi Udi.
Nel 1987 ha pubblicato, con Tilde Capomazza, “8 marzo, Storie, miti, riti della Giornata Internazionale della Donna”. Nel 2009 pubblica il testo autobiografico “La bella politica” e nel 2011 “Libere sempre” .Insignita nel 2006 del titolo Grande Ufficiale della Repubblica.
Di lasciare una "eredità in vita", una "eredità
senza testamento", come la chiamarono, le donne degli anni Settanta si
resero presto conto. Ebbero forte la consapevolezza delle preziose conquiste
che lasciavano alla generazione che le seguiva e nello stesso tempo sentirono
forte il desiderio che se ne appropriassero a pieno titolo, perché ogni
generazione di donne che lottava non dovesse ricominciare da zero.
E' stato con un moto di sconcerto e poi quasi di orrore che
alcuni anni fa si è assistito al manifestarsi in modo sfacciato di una
mutazione, per cui giovani donne usavano parole chiave del Femminismo, come "Il corpo è mio e lo gestisco io",
ribaltandone e stravolgendone completamente il senso. Prima che l'indignazione
esplodesse e che un numero inaspettato di donne desse un evidente segno di
ribellione verso un progetto politico che aveva ideato e pilotato tale
cambiamento culturale, nella manifestazione del 13 febbraio 2011 "Se non
ora quando", già diverse pensatrici avevano iniziato ad analizzare il
fenomeno e alcune a fare la scelta di rivolgersi direttamente e innanzitutto
alle giovani. Nel 2010 Vittoria Franco pubblicava "Care ragazze" (ed.
Donzelli), in cui indicava non solo una possibile prospettiva di impegno
politico, ma in modo agile ed efficace ricordava le principali conquiste delle
lotte delle donne e, con un' implacabile sequenza di date, il breve spazio
temporale che separa noi donne dal baratro della non cittadinanza in cui
abbiamo vissuto fino a poco fa.
"Libere sempre. Una ragazza della Resistenza a una ragazza di
oggi",
Einaudi 2012, è una lunga lettera che Marisa Ombra, già
staffetta partigiana, funzionaria dell'UDI, presidente di "Noi
donne", oggi ottantasettenne, scrive a un'amica quattordicenne. La sua
appassionata riflessione parte proprio dallo sconcerto per ciò che è cambiato
nell'immagine delle donne che dagli anni Ottanta in poi è stata veicolata dai
media e che in tempi recenti sembra essere stata accolta e fatta propria da
molte giovani. Scrive "partendo da sé", dalla sua storia di
quattordicenne del 1939, vittima dell'anoressia e poi via via svolgendo la
propria riflessione insieme ai ricordi. Ricordi che non vuole far diventare
rievocazione storica, perché devono avere l'efficacia e l'agilità del discorso
diretto. Ma spesso hanno comunque il fascino dell'esperienza vissuta e narrata
e la forza che trasmette la parola viva di un'adulta che si assume la
responsabilità di rivolgersi a una giovane. Marisa Ombra interroga il mondo di
oggi, interroga se stessa e la propria esperienza per capire, ancora prima che
per educare. Senza moralismi offre il frutto della propria riflessione e
ricerca, le due parole chiave che, in uno sforzo di distacco e di equilibrio,
hanno costituito i "fondamentali" della sua vita: "Le due parole
sono libertà e responsabilità. Potrei aggiungere dignità, ma penso che sia
incorporato nelle prime due. Che ne sia una conseguenza".
Marisa Ombra
Staffetta PartigianaVice Presidente Anpi Nazionale
Moie, sabato 10 ottobre 2015
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