"Coltivare la memoria e riscoprire il valore della Resistenza oggi
per mantenere vivo il fiore della democrazia"
Aung San Suu Kyi
In Estremo Oriente libere elezioni dopo 25 anni.
Una settimana dopo,
l’attacco terroristico a Parigi. I valori universali e le radici del fascismo.
L’impegno dell’Istituto Alcide Cervi
8 novembre 2015, Birmania.
Le prime elezioni libere dopo 25 anni, nonostante problemi e difficoltà, sono
state stravinte dalla NLD, la Lega Nazionale per la Democrazia, il partito di
Aung San Suu Kyi.
È il loro 25 aprile. Dopo
decenni di dittatura militare, il popolo sceglie la democrazia. In fila per
votare, fin dall’alba, in modo pacifico, sorridenti, i cittadini del Myanmar
affidano ad Aung San Suu Kyi, leader dell’NLD e Premio Nobel per la Pace, la
guida del Paese. La Costituzione, voluta nel 2008 dai militari, glielo
impedisce ma il processo politico è irreversibile. È una svolta storica. Dalla
Birmania viene un grande segnale per l’Asia e per il mondo. La democrazia è
possibile, è nelle mani del popolo.
Pochi giorni dopo, il 13
novembre, a Parigi il terrorismo dell’IS fa molte vittime. Un attacco alla
Francia, un attacco all’Europa. Da troppo tempo il Medioriente e l’Africa, dal
Mediterraneo all’area subsahariana, sono travolti dai conflitti di fronte ad
un’Europa debole politicamente, priva di visione.
Questo è il mondo del
nostro tempo, mai come ora così unito, connesso e vicino. Il mondo è uno,
l’umanità ha un unico destino, la responsabilità degli uni verso gli altri è la
stessa. Quale è la bussola? I valori universali, che sotto tutti i cieli dicono
la stessa cosa: libertà, giustizia, uguaglianza, pace. Il mondo attende una
svolta, politica, culturale, spirituale.
Da tempo sono vicina ad
Aung San Suu Kyi e al popolo birmano. Sono stati profondamente segnati dalla
sofferenza, ma hanno saputo trasformare il dolore in resistenza non violenta al
male e all’oppressione. Subito dopo la vittoria Aung San Suu Kyi ha detto al
suo popolo: “Chiedo coraggio a chi ha perso, e umiltà ai vincitori”. Oggi sta
realizzando il cambiamento che era lo slogan della sua campagna elettorale:
“tempo di cambiamento”. Il nuovo Parlamento s’insedierà a febbraio e solo
all’inizio di aprile ci sarà il nuovo governo. Aung San Suu Kyi sta trattando
con i militari e il governo uscente la transizione. Nulla sarà facile, ma la
strada è segnata. La Birmania si trova nell’area oggi economicamente più
dinamica del mondo, ma è socialmente povera, estesa è la corruzione, il potere
è in mano a pochi, i generali, padroni di gran parte del Paese.
Aung San Suu Kyi ha la
visione e la forza per guidare il suo popolo verso la democrazia e la
giustizia. In questi giorni sta formando la sua classe dirigente dopo anni di
carcere e di silenzio. Ha riunito i suoi parlamentari, ha parlato loro con
grande rigore morale. Da qualche parte, nel mondo, si vive il cambiamento
secondo i valori autentici della democrazia. Un esempio anche per noi qui.
A Casa Cervi, dove
guardiamo all’oggi e al mondo con le radici ben piantate nel terreno che ha
visto nascere la nostra democrazia, abbiamo ricordato con un convegno Aung San,
Padre della Patria, ucciso a 32 anni in una congiura politica nel 1947, alla
vigilia dell’indipendenza della Birmania. Aung San e Aung San Suu Kyi,
sua figlia, oggi chiamata Madre della Birmania. Un Paese affidato a due vite,
che hanno scelto di dedicare la propria esistenza al loro popolo. A prezzi
altissimi.
Diceva Aung San:“…Il
fascismo è stato sconfitto, ma le sue radici rimangono e sono ancora vive. Le
troviamo nei trusts internazionali e nei cartelli, le troviamo nella
schiavizzazione di parecchi milioni di popoli di pelle marrone e nera del
mondo, compreso il nostro. A meno che queste radici vengano completamente
sradicate, a meno che il mondo intero diventi un mondo di popoli liberi, il
mondo non può ancora affermare che ha scoperto una pace stabile.”
Birmania
Oggi abbiamo bisogno di
testimoni che vivono nella loro vita i valori universali. Nei giorni scorsi a
Casa Cervi si è tenuto un Seminario Nazionale, in collaborazione con il
Ministero dell’Istruzione, sul tema: “Costruttori di Ponti: scuola, storia,
migrazioni”.
Casa Famiglia Cervi a Gattatico
Moie, martedì 15 dicembre 2015
Diceva Aung San:“…Il fascismo è stato sconfitto, ma le sue radici rimangono e sono ancora vive. Le troviamo nei trusts internazionali e nei cartelli, le troviamo nella schiavizzazione di parecchi milioni di popoli di pelle marrone e nera del mondo, compreso il nostro. A meno che queste radici vengano completamente sradicate, a meno che il mondo intero diventi un mondo di popoli liberi, il mondo non può ancora affermare che ha scoperto una pace stabile.”
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