martedì 18 agosto 2015

Chi era Giannino Pastori

"Coltivare la memoria e riscoprire il valore della Resistenza oggi 
per mantenere vivo il fiore della democrazia"



Giannino Pastori
 eroe maiolatese

Giannino Pastori faceva parte del distaccamento Tigre della Brigata Garibaldi di Ancona. Per rappresaglia contro il gruppo partigiano che trovava rifugio nella zona del San Vicino…i tedeschi organizzarono tra la fine di giugno e il primo luglio un consistente rastrellamento. 

Già nella sera del 30 giugno i tedeschi avevano piazzato una serie di cannoni ai piedi di Poggio San Vicino. Di questo si erano accorti i partigiani che avevano un punto di osservazione fisso nel paese e la maggior parte di loro, la notte stessa, lasciarono Poggio per raggiungere luoghi sicuri. 

Rimasero a Poggio, con alcune mitragliatrici solo una decina di partigiani che avevano deciso per il confronto armato con i tedeschi. Nella notte i partigiani si alternarono nei turni di guardia, ma tutto restò immobile e silenzioso. Eppure c’era la certezza che la battaglia fosse imminente.

Intorno alle ore 8 del 1 luglio i partigiani, piazzati ai piedi della torre medievale, nel punto più altro di Poggio, avvistarono il convoglio tedesco composto di tre camion adibiti al trasporto truppe. 

Senza attendere che si avvicinassero Giannino iniziò a sparare con la mitragliatrice pesante colpendo a morte numerosi tedeschi. Contemporaneamente dal basso iniziò il cannoneggiamento tedesco che colpì la torre in più punti. Vista la consistente risposta tedesca i partigiani scapparono nella macchia sottotostante invitando Giannino alla ritirata.

Giannino invece continuò a colpire i tedeschi con la sua mitraglia. Nonostante gli inviti a ritirarsi gridati dai compagni in fuga, Giannino continuò a premere il grilletto.




Intanto la battaglia infuriava, la popolazione iniziò ad abbandonare il paese. I tedeschi non riuscivano a stanare il partigiano e allora concentrarono il fuoco ai piedi della torre. Improvvisamente la mitraglia cessò di sparare. 

Tutti compresero che Giannino era stato colpito. Il giovane maiolatese era stato raggiunto da una scheggia che gli aveva aperto l’intestino. Furono attimi strazianti. Mentre un civile in fuga cercava di aiutarlo. Dopo pochi minuti Giannino moriva.

I tedeschi ispezionarono il corpo e trovarono la carta d'identità rilasciata dal Comune di Roma. Infatti Giannino si era trasferito a Roma dove si era coniugato con la concittadina Anna Maria Bartoloni nel febbraio dello stesso anno.

Questo impedì che Maiolati  subisse azioni di rappresaglia, non potendo i tedeschi fare azioni nel nostro paese.

Dopo la ricognizione della salma, lo sventurato maiolatese fu lasciato nel luogo dove lo raggiunse la morte.

Il corpo di Giannino Pastori rimase abbandonato in terra per molti giorni e solo quando i tedeschi si allontanarono definitivamente fu possibile dargli sepoltura ai piedi della torre. Solo successivamente, dopo la liberazione di Maiolati, il corpo fu trasportato nel nostro cimitero.
(Da “Liberazione di Maiolati” M Palmolella)




Anna Maria Bartoloni


“Mi sono sposata con Giannino Pastori il 22 febbraio 1944 a Roma. 

Dopo l’eccidio delle Fosse Ardeatine, avvenuto il 24 marzo, Giannino ritornò a Maiolati ed io lo raggiunsi pochi giorni dopo. Il 26 aprile fu per Maiolati un giorno tremendo. Un gruppo di tedeschi arrivò nel paese e, a causa dei rastrellamenti effettuati, il clima divenne molto teso. Mio marito si rifugiò dapprima presso la centrale di San Sisto e successivamente partì per la montagna.

Anche allora volli raggiungerlo. 

Partii per Poggio San Vicino, dove passai la notte e poi, il mattino successivo, arrivai a Val di Castro. Lì c’erano tre gruppi di partigiani, due composti da cuprensi e uno, del quale facemmo parte Giannino ed io, coordinati da una coppia di russi e dall’ufficiale inglese Douglas.


Lidia e Alessandro, partigiani russi


Ricordo quando una notte accendemmo i fuochi per permettere agli americani di individuare la zona per il lancio dei pacchi con il cibo e il vestiario. Giannino indossò subito una divisa americana contenuta nei pacchi ed io presi delle scatolette di acciughe. I teli dei paracaduti furono utilizzati per fare delle coperte.

Il giorno di San Pietro e Paolo, 29 giugno, sono voluta ritornare a casa. Ero incinta di un mese e mezzo e avevo bisogno di lavarmi e di stare un po’ tranquilla.

Fu in quei giorni che Valentino Borgiani fu ferito dai tedeschi. Per venti giorni non seppi più niente di mio marito, anche se tutti sapevano che era stato ucciso il 1mo luglio a Poggio San Vicino.

Mi hanno in seguito riferito che egli, saputo della battaglia raggiunse il luogo a cavallo e rimase fino alla fine sul posto con il comandante mentre gli altri fuggivano. 

Le ultime sue parole furono “ho sete” e “mia moglie”.

Mia suocera, Anibaldi Irene, mi disse che Giannino era morto solo tre giorni prima del funerale che avvenne il 20 luglio. Per le spese da sostenere contribuì in maniera determinante il Comune di Cupramontana, dove si svolse parte della cerimonia funebre.


Il funerale di Giannino Pastori a Cupramontana

Douglas, insieme a molti partigiani che non furono presenti al funerale, raggiunse Maiolati una decina di giorni dopo.

Andammo tutti al cimitero dove, colta dall’emozione, svenni. Quando ripresi i sensi Douglas era accanto a me e mi chiese se il bambino che avevo in gremo poteva avere il suo nome.


Arrivo della salma di Giannino Pastori a Maiolati


Mio figlio è stato battezzato con i nomi Giannino, Elvino e Douglas in onore di suo padre, di un parente e di quell’ufficiale inglese che ci è stato vicino anche economicamente, lasciando a me e a mia suocera, prima di partire, la cifra di seimila lire. Ricordo con riconoscenza anche il medico del paese, Tittarelli, che mi ha aiutato in quel brutto periodo.”

(Testimonianza di Anna Maria Bartoloni)



Estratto dal Libro "La liberazione vista con gli occhi dei bambini" dell' Istituto Comprensivo CARLO URBANI



Moie, 18 agosto 2015

5 commenti:

  1. "Coltivare la memoria e riscoprire il valore della Resistenza oggi
    per mantenere vivo il fiore della democrazia"

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  2. "Coltivare la memoria e riscoprire il valore della Resistenza oggi
    per mantenere vivo il fiore della democrazia"

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  3. "Coltivare la memoria e riscoprire il valore della Resistenza oggi
    per mantenere vivo il fiore della democrazia"

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  4. "Coltivare la memoria e riscoprire il valore della Resistenza oggi
    per mantenere vivo il fiore della democrazia"

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  5. Grazie ai Partigiani che hanno donato loro vita per portare pace nel loro paese.

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